
Christiane F.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
il problema droga è un dramma sempre attuale fra noi giovani. Nelle campagne di prevenzione è inevitabile non far conoscere l’esperienza della tossicodipendente più famosa al mondo: Cristiane Vera
Felscherinow.
Nata ad Amburgo il 20 maggio 1962, christiane trascorre i primi anni della sua vita immersa nelle amene campagne della Germania del Nord prima di trasferirsi nel “cementificato” e fatiscente quartiere dormitorio di Gropiusstadt, nei pressi del muro che divideva in due l’unità sociale della Germania del dopoguerra.
Christiane impara ad ambientarsi in una società ostile alle sue esigenze di vita, e presto comprende che è necessario comandare e farsi rispettare. Comincia così la lotta per la sua sopravvivenza.
Christiane è stata come molti giovani vittima dello squallido giro di eroina che negli anni 70 appestava le strade della Germania Est. L’eroina è solo l’ultimo gradino di una lunga scala, in discesa, che vede la progressiva distruzione di se stessi. Cristiane era cosciente dei rischi che correva quando per la prima volta, a 12 anni, si prestò a tirare hashish nell’oratorio della “haus der mitte” o quando ingerì LSD ed efedrina per sentirsi al pari di molti che nel club erano ormai già veterani, assuefatti con i viaggi trip.
la società del racconto sembra quasi invisibile alle problematiche dei giovani e christian ci dimostra come il marcio della società si trovi per prima nella famiglia, che per lei non è stata di nessun supporto, ma anzi un peso gravoso alle sue fragili spalle di adolescente.
Il libro in questione vuole essere quindi una denuncia aperta verso la droga strumentalizzata,perfino dallo stato, per derubare agli individui la coscienza di appartenere alla classe delle vittime del “progresso”.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
il problema droga è un dramma sempre attuale fra noi giovani. Nelle campagne di prevenzione è inevitabile non far conoscere l’esperienza della tossicodipendente più famosa al mondo: Cristiane Vera
Felscherinow.
Nata ad Amburgo il 20 maggio 1962, christiane trascorre i primi anni della sua vita immersa nelle amene campagne della Germania del Nord prima di trasferirsi nel “cementificato” e fatiscente quartiere dormitorio di Gropiusstadt, nei pressi del muro che divideva in due l’unità sociale della Germania del dopoguerra.
Christiane impara ad ambientarsi in una società ostile alle sue esigenze di vita, e presto comprende che è necessario comandare e farsi rispettare. Comincia così la lotta per la sua sopravvivenza.
Christiane è stata come molti giovani vittima dello squallido giro di eroina che negli anni 70 appestava le strade della Germania Est. L’eroina è solo l’ultimo gradino di una lunga scala, in discesa, che vede la progressiva distruzione di se stessi. Cristiane era cosciente dei rischi che correva quando per la prima volta, a 12 anni, si prestò a tirare hashish nell’oratorio della “haus der mitte” o quando ingerì LSD ed efedrina per sentirsi al pari di molti che nel club erano ormai già veterani, assuefatti con i viaggi trip.
la società del racconto sembra quasi invisibile alle problematiche dei giovani e christian ci dimostra come il marcio della società si trovi per prima nella famiglia, che per lei non è stata di nessun supporto, ma anzi un peso gravoso alle sue fragili spalle di adolescente.
Il libro in questione vuole essere quindi una denuncia aperta verso la droga strumentalizzata,perfino dallo stato, per derubare agli individui la coscienza di appartenere alla classe delle vittime del “progresso”.
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