lunedì 10 maggio 2010

La Chiesa che fa violenza




di Dario Palermo


Quattro secoli dopo la Riforma Protestante un altro ciclone si abbatte sulla Chiesa Cattolica. In questi giorni si susseguono diversi attacchi a seguito dei nuovi casi di pedofilia emersi con dei sacerdoti dietro al banco degli imputati.

Il cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, afferma al settimanale cattolico spagnolo Vida Nueva che i casi di pedofilia nella chiesa non interessano mai più del 4 per cento del numero dei preti. Solo nel 2008 lo stesso cardinale limitava i casi a meno dell’1 per cento.

Questa rettifica è di grande rilievo, alla luce degli ultimi casi emersi. Ad aprile quarantacinque sacerdoti di Malta sono stati accusati di pedofilia. Solo diciannove di questi casi sono stati dichiarati privi di fondamento mentre altri tredici sono ancora pendenti.
(fonte: Repubblica.it)

Non ci sono dubbi sul fatto che se la religione è “santa” non è detto che lo siano anche gli uomini di Chiesa. Ma proprio loro che sono più vicini, in confronto ai fedeli, ai valori cristiani di amore e rispetto dovrebbero dare il buon esempio. Il fatto poi che le alte cariche della Chiesa pensino di risolvere il problema spostando i preti colpevoli da una diocesi a un’altra o pensino di curarli, poi, è una vera offesa per le vittime di questi abusi.

Nel 2004 l’ex priore della parrocchia Regina di Pace a Firenze, Lelio Cantini, fu accusato di violenza sessuale e plagio da una ventina di fedeli e da alcuni sacerdoti che spedirono una lettera al Vaticano. Rispose il cardinale Ruini comunicando che nel 2007 Cantini avrebbe lasciato la diocesi. La lettera si chiudeva con l’augurio che ciò avrebbe infuso serenità nei fedeli coinvolti. Solo nell’aprile 2007 fu riconosciuta la sua colpevolezza e gli fu proibito un ruolo attivo religioso per cinque anni. Sanzioni senza dubbio tardive e superficiali considerando la gravità dell’accaduto.
(fonte: Corriere.it)

Lo stesso anno Marco Marchese, ex seminarista, denunciò all’agenzia di informazione politico-religiosa Adista gli abusi di don Bruno Puleo. Il parroco confessò ma l’unica sanzione operata dalla chiesa fu proprio ai danni della vittima, rea di aver causato danni all’immagine della chiesa stessa. Oltretutto Marchese fu obbligato a rimanere in silenzio e invitato a perdonare, mentre don Bruno fu trasferito in una diocesi nella quale venne nuovamente accusato di pedofilia.
(fonte: Wikipedia)

L’aspetto più sconvolgente della questione è forse il silenzio nel quale la chiesa si arrocca per prendere i suoi “provvedimenti”. Tantomeno sembra efficace ciò che sta tentando di fare dagli anni Settanta, cioè tentare la via della cura psicologica. È stata resa nota da poco all’opinione pubblica l’apertura segreta della Congregazione di Gesù Salvatore, in Brasile, da parte di sacerdoti italiani, con lo scopo di curare i preti pedofili.

Il 28 marzo 2010 la presidentessa della confederazione svizzera Doris Leuthard ha proposto l’istituzione di una lista nera per i preti pedofili. Se davvero i sacerdoti colpevoli fossero denunciati ciò impedirebbe loro di praticare presso un’altra diocesi. In questo modo potrebbe intervenire lo Stato, sottoponendo allo stesso giudizio del Codice Penale sia i laici che i religiosi.
(fonte: rossoblu.ch)

La società attuale vede i bambini introdotti, sin da piccoli, a un’educazione cattolica accanto a quella scolastica. La chiesa dovrebbe essere, per loro, fonte di conforto e maestra di vita attraverso l’esempio. Deve rappresentare un luogo sicuro di incontro e di condivisioni di valori e non un luogo pericoloso quanto una strada qualsiasi. I sacerdoti che si macchiano di violenza dovrebbero essere trattati allo stesso modo dei pedofili comuni. Dalle notizie che si leggono pare invece che le alte cariche preferiscano mantenere il silenzio e rimediare in maniera sommaria all’accaduto. Occorre agire con tatto, in modo da non colpevolizzare né colpire la dignità della chiesa, ma allo stesso modo garantire che casi di questo tipo siano puniti in maniera equa se non esemplare.

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