
Poco utile a frenare la violenza e più funzionale a interessi economici
di Romoli & Ingusci
"No alla tessera del tifoso". Lo invocano i tifosi dell'Unione Sportiva Lecce, perché in disaccordo con il decreto legge promosso dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano. La tessera voluta per controllare i movimenti di coloro che partecipano agli stadi, visti gli svariati scontri precedentemente accaduti, nei fatti è un documento elettronico, tipo un bancomat, a cui sono associati diversi servizi. Ogni società calcistica ha le proprie convenzioni con banche, attività commerciali o raccolte punti. Questo strumento presentato come prevenzione alla violenza non è altro che un veicolo di bu$ine$$ La funzione principale del decreto è che sarà obbligatorio possedere una tessera del tifoso per abbonarsi alla propria squadra o per seguirla in trasferta. Il tesserino riporta il nome e la foto del titolare, rendendone agevole l’identificazione, e dovrà essere presentato sia al momento dell’acquisto del biglietto, che all’entrata allo stadio. Questa è stata adottata anche nelle serie minori.
I tifosi del Lecce, per protesta, hanno deciso di non incitare la squadra durante le partite a eccezione della prima frazione del secondo tempo. Durante la quale si lanciano quattro cori di cui due contro la tessera e gli altri per sostenere i colori giallorossi.
I vantaggi di questa tessera sono:
• Nessuna restrizione alla vendita dei biglietti negli stadi;
• Varchi dedicati per l’acquisto dei biglietti e per l’accesso agli stadi;
• Possibili facilitazioni e/o benefici forniti dalle società sportive stesse;
I tifosi si schierano contro la tessera.
“Intervista a un Ultras”
In molti usano il termine ultras senza sapere veramente di chi si sta parlando. Chi è davvero un ultrà?
L’ultrà è il tifoso vero. Quello che soffre ed è vicino sempre e comunque alla sua squadra. La sostiene allo stadio, in casa e in trasferta, a volte sacrificando molto della sua vita privata. Senso di appartenenza e fedeltà alla maglia: questi sono i valori fondamentali di un ultrà.
Spesso gli ultras vengono considerati veri e propri disagiati sociali. I fatti invece sembrano dimostrare il contrario: in curva si trovano persone di diversa estrazione sociale…
Assolutamente sì, vengono omologati come disagiati sociali e come delinquenti, ma in realtà vi sono persone di ogni rango sociale che vanno allo stadio per tifare spudoratamente la loro squadra.
Ma ultrà è sinonimo di violenza?
Assolutamente no, chi lo pensa non ha capito nulla, ultras significa aggregazione, passione, gruppo nel quale si porta avanti un ideale in cui si crede e che talvolta può sfociare in uno scontro tra tifoserie.
Perché spesso ci sono incidenti con le forze dell’ordine? Anni fa ci si scontrava tra tifoserie, ora pare che il nemico sia solo chi indossa la divisa…
Perché esiste una situazione di tensione generata dalle forze dell'ordine stesse. La polizia è prevenuta contro l'ultrà e lo Stato crea una situazione di repressione: l'ultrà va condannato a prescindere e la polizia è il tramite per porre in essere la condanna. Per preservare la passione comune che va oltre le tifoserie ci si coalizza contro le forze dell'ordine. Per difendere l’esistenza dei gruppi.
È possibile che alcuni gruppi ricattino le società per ottenere agevolazioni?
È possibile, ma non ne sono a conoscenza. L’ultras nasce dalla passione e dall’amore della propria maglia e non dallo scopo economico. D'altronde le mele marce esistono ovunque, non è questo il rapporto tra ultras e società. Chi lo fa tradisce i proprio colori. Gli uomini vanno, i colori restano.
Che idea ti sei fatto sulla tessera del tifoso?
La tessera è presentata come soluzione al fenomeno violenza degli stadi ma in realtà è una schedatura preventiva ed inutile perché non differente dal semplice biglietto nominale, inoltre è un vero e proprio bancomat al quale sono associati diversi servizi. Ogni società calcistica ha le proprie convenzioni con banche, attività commerciali o raccolte punti. Quindi questa è la prova che questa tessera non nasce per il vero motivo con cui è presentata ma bensì per arricchire banche e stato; inoltre questa tessera prevede che un ragazzo sottoposto a daspo o a reati da stadio, dopo aver scontato regolarmente la sua pena non può andare allo stadio per i successivi cinque anni.



