lunedì 16 maggio 2011
giovedì 5 maggio 2011
UNA MONTAGNA DI SALE UNISCE IL NORD E IL SUD

Una montagna di sale ai piedi del Duomo di Milano.
L’opera è stata voluta dal Sindaco Letizia Moratti per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Alta 20 metri e larga 30, la struttura verrà collocata tra la statua equestre di Vittorio Emanuele II e il Duomo, in asse con l’ingresso della Galleria.
Il monumento popolare del’architetto Mimmo Paladino è simbolo dell’antico e contrastato legame tra Nord e Sud Italia rappresentato dal trasporto del sale dal meridione al settentrione.
Dalla montagna di sale si ergeranno tre cavalli integri e alcuni frammenti di bronzo, resti di una battaglia senza eroi, in cui non ci sono né vinti né vincitori.
Metafora voluta di questo periodo di crisi, lontano dagli antichi valori di giustizia e serenità nati con l’Unità d’Italia? Forse o almeno questo è ciò che appare ai nostri occhi.
E poi abbiamo il sale, allusione al silenzio, di un bianco purissimo, intoccato, sacro.
Un silenzio capace di emozionare, capace di penetrare anche tra i cittadini della caotica Milano, privarli di 2 minuti e spingerli a riflettere.
Se il silenzio riuscirà a parlare e a farsi sentire in questo rumore, l’artista Paladino sarà riuscito nel suo intento.
Liliana Passiatore
Abuso di chirurgia. Cresce la voglia di trasformarsi

Oggi in Italia e nel mondo giovani e adulti cercano sempre più la perfezione
Uomini schiavi di se stessi. Uno studio su uomini, in una fascia compresa tra 35 e 60 anni, ha rivelato che la metà di questi ricorrerebbe a piccoli ritocchi. I più richiesti sono l’autotrapianto di capelli, la rinoplastica e il lifting al viso. Questo spiega l’affluenza sempre maggiore di uomini nei centri estetici. Uno dei rimedi più utilizzati in chirurgia estetica per combattere i segni del tempo è il botulino. Esso è di utilizzo semplice, poco invasivo, con pochi effetti collaterali e brevi tempi di convalescenza. I ragazzi d’oggi si vedono come non sono e cercano di omologarsi. Danno troppa importanza all’aspetto esteriore e sono giudicati solo in base a questo. Inseguono il mito dell’apparenza e cercano di sembrare perfetti. Questo accade, per non sentirsi emarginati e perché i modelli proposti non sono abbastanza validi. Sempre più adulti non accettano l’avanzare dell’età e non riescono a dare il giusto esempio. La voglia crescente di essere perfetti ha colpito anche loro. Gli esempi negativi inoltre vengono offerti ai giovani anche dalla televisione. Molti VIP fanno ricorso alla chirurgia estetica. Ne sono un esempio la coppia Clooney-Canalis, Cristina Chiabotto e molti altri. Questi esempi non possono fare altro che distruggere l’autostima dei ragazzi che invece necessitano di guide.
Giulia Mariano
Domizia Monaco
Liliana Passiatore
La ricchezza del Salento è nel suo patrimonio artistico e naturale

Il patrimonio artistico e culturale, i paesaggi, il mare e la buona cucina fanno del Salento un punto di incontro tra le diverse culture.
Aver saputo mettere in relazione risorse territoriali e patrimonio storico-culturale ha aumentato la ricchezza di questa terra.
In particolare Lecce, città dove linee curve e decorazioni si incontrano e si fondono con l’austerità dei paesaggi, è la città pugliese più visitata.
Sin dall’ antichità tutto il Salento, terra nel centro del Mediterraneo, è stato un territorio ambito e abitato da molte popolazioni.
Per questo le tradizioni indigene, unite alle influenze orientali e soprattutto bizantine hanno creato quello che è oggi uno stile apprezzato in tutto il mondo che unisce l’arabo-normanno al romanico, al barocco.
Lecce, come tutta la penisola, è visitata da innumerevoli turisti, turisti e non. Accanto a coste che ancora appaiono incontaminate, ricche di vegetazione e di riserve naturali. Lambite sia dall’Adriatico che dallo Ionio, che si incontrano al capo di Leuca.
Il 26% dei turisti infatti si muove dalla stessa Puglia mentre il
40% da Campania, Lombardia e Lazio.Si calcola che nel solo capoluogo 48.900.000 di euro è il fatturato complessivo che il turismo fornisce.
Ruolo fondamentale del turismo è la creazione del lavoro. Sono 14.500, infatti, gli occupati nel settore del turismo.
Giulia Mariano e Dompizza Monaco
La moda "alimenta" l'anoressia

Anoressia? No, grazie.Allarme generale nel mondo della moda.
Inizi del 2007: impressionante la strage di fanciulle dall’Italia al Sud America, da Israele all’Estremo Oriente. Un solo serial killer: la magrezza estrema, approdo ultimo e folle per una schiera, di modelle o aspiranti tali.
Probabilmente i mass-media ci propongono un insieme di icone fisiche con cui l’adolescente in particolar modo si confronta, perdendo autostima e fiducia in sé stesso laddove riscontri un’evidente difformità tra quei modelli e il suo aspetto fisico. È giusto che un adolescente curi il suo aspetto e gestisca la sua alimentazione, ma in modo controllato, non deve essere influenzato dalle mode e dalle suggestioni esterne, nella consapevolezza che la nostra singolarità rende più ricco e vasto il mondo intorno a noi.
In Italia il Ministero per le Politiche Giovanili, la Camera Nazionale della Moda e AltaRoma hanno promosso il Manifesto Nazionale di Autoregolamentazione contro l’anoressia, che prende posizione contro le modelle ultra-magre e minorenni, per rivalutare un modello di bellezza sano, solare, mediterraneo. Puntando sulle taglie 46-48, ponendo il limite di 16 anni per poter accedere al mondo della moda e richiedendo un certificato medico di sana e robusta costituzione.
Sull’argomento visitare il sito sulle politiche giovanili
De Pascalis Marialuisa
Paladini Giada
Precarietà, sinonimo di speranze infrante
I giovani e il futuro. I giovani e il loro carpe diem, il loro vivere alla giornata senza rendersi conto di essere solo loro stessi i veri responsabili del proprio domani. Ognuno di questi è affidato alle proprie mani, mani inesperte di piccoli principianti, interessati non all’essere ma all’apparire, in un mondo difficile in cui riesce ad andare avanti solo chi sa “vendersi” meglio. E per chi ha intenzione di farsi strada solo grazie alle sue capacità, alla sua intelligenza e alle sue potenzialità? Niente.
Attualmente, però, la disoccupazione non appartiene affatto alla massa di aspiranti cubiste, veline, partecipanti ai reality, spogliarellisti. La cultura non sempre premia. Sono motivo di grande appagamento, invece, la bellezza e la spudoratezza che diventano il lasciapassare per il successo. Un successo che, anche se momentaneo, paga con il denaro ma non arricchisce dentro. Basta spogliarsi e mettersi in mostra in stupidi reality per poter guadagnare. Intanto non riescono a essere pagati dignitosamente,per lo meno in Italia, i ricercatori ben qualificati. Con i tanti anni di studio alle spalle, con le loro capacità e competenze, con i sacrifici e il loro lavoro duro e costante meriterebbero di aspirare a un futuro migliore.
Basta con questo spreco di menti, di futuro quindi, sempre che il futuro appartenga ai giovani. Ci resta per adesso solo la speranza che gli italiani comprendano le priorità.
Emergenza carceri: sempre più affollate e sempre peggiori le condizioni dei detenuti.

Lecce è al secondo posto per i tentativi di suicidi!
Secondo i dati forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, sono circa 63.587 i detenuti nelle carceri italiane. La metà è in attesa di giudizio.
30.436 sono in carcere in qualità di imputati e altri 31.192 sono invece già stati condannati. 1.820 sono reclusi per motivi psichici.
Da un punto di vista regionale, è la Lombardia ad avere il maggior numero di detenuti, con 8.455 persone in carcere. Seguono Sicilia (7.587) e Campania (7.437).
Sono 11 le regioni che in Italia hanno superato la capienza tollerabile: Puglia, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Toscana, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto, Trentino Alto Adige.
Al 17esimo posto nella classifica nazionale come carcere più affollato c’è il Borgo San Nicola di Lecce.
Il carcere di Lecce dovrebbe contenere 550 detenuti e tollerarne al massimo 1100, ma oggi ne ospita invece circa 1400.
Mancanza di supporto psicologico, un metro e mezzo quadrato di superficie, due suicidi nel 2010, 147 autolesionismi.
Nella classifica sulle dieci realtà carcerarie più esposte ai tentativi di suicidio c’è Livorno con 40 episodi, seguita da Lecce con 36, Napoli Poggioreale con 29, Roma Rebibbia con 27, Napoli Secondigliano con 26, Cagliari con 24, Pisa con 21, Milano San Vittore con 21, Firenze Sollicciano con 20 e Como con 18.
Vi è un solo poliziotto penitenziario per sorvegliare circa 70 detenuti (il triplo del normale).
Numerose sono le aggressioni da parte dei reclusi agli agenti.
Si attendono soluzioni dal Governo.
Liliana Passiatore
l'unità d'italia

Più di 150 anni fa, precisamente nel 1848 scoppiarono le prime rivolte tra le quali la più famosa è quella delle cinque giornate di Milano.
Alle rivolte seguirono tre guerre di indipendenza segnate da battaglie violente come Solferino e San Martino.
Nel 1860 Giuseppe Garibaldi con i suoi mille volontari conquistò il sud Italia diffondendo il sentimento patriottico. Egli consegnò con un atto formale, durante l’ incontro a Teano ( Marche), al re Vittorio Emanuele, i territori conquistati. Un anno dopo, il 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele fu proclamato Re del Regno d’ Italia.
Il 17 marzo 2011, giorno di festa nazionale, l’Italia festeggia i suoi 150 anni di Unità. In questo giorno infatti tutte le scuole, le attività sia pubbliche che private si sono fermate per la festa nazionale.
In questo giorno il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è recato al Pantheon per rendere omaggio a Vittorio Emanuele, il primo capo dello stato italiano.
Il governo italiano ha invitato per la festa della Repubblica, il 2 giugno, ventisei capi di stato europei più quelli di Stati Uniti e Russia, Obama e Putin, e i capi di stato dei paesi con alto tasso di immigrati italiani, come Argentina, Brasile e Uruguay.
I capi di stato saranno presenti sul palco della parata militare sui Fori imperiali e dopo la colazione al Quirinale daranno il loro saluto all’ Italia.
Sempre per i 150 anni dell’ Unità sono stati stanziati finanziamenti per una serie di grandi opere al fine di commemorare il centocinquantenario.
Mario Caputo,Giovanni Rucco,Alessandro Trabucco
Il Virgilio premia il merito

E così tra gli applausi si sono avvicendati ricercatori, medici, sportivi, e… poeti.
È stato emozionante come questi protagonisti hanno ricordato il Virgilio: una grande famiglia con professori sempre pronti ad ascoltare, aiutare nelle difficoltà, aprire le menti e il cuore a un sempre più profondo apprendimento. Ragazzi più grandi e anche giovanissimi fino alle ultime eccellenze, e noi le giovani promesse abbiamo cantato, ballato, suonato emozionandoci ed emozionando.

Una speranza noi, i ragazzi del Virgilio, che è anche una promessa, perché tutti possiamo essere eccellenze, ognuno con la sua personalità e specificità. Una speranza perché noi siamo il futuro e no c’è futuro senza conoscenza e senza cultura.
Grazie Virgilio!
Per la musica ogni età è quella giusta.

La musica, in tutte le sue forme e secondo i gusti individuali, è un importante mezzo per sfogarsi, per rilassarsi. Soprattutto per gli adolescenti è una ragione di conforto, discussione e un modo per conoscersi e divertirsi all’interno del gruppo.
Per questo un certo tipo di musica può diventare la bandiera di teenager in tutto il mondo: esempi sono i BEATLES per i giovani di mezza Europa negli anni ‘60 quando milioni di persone “idolatravano” e “copiavano” questa band inglese (nel modo di vestire, nel taglio dei capelli...), oppure le gang afroamericane delle metropoli statunitensi, per le quali il rap/hip hop oltre a essere il genere preferito è addirittura il simbolo e la caratteristica tipica di questi giovani.
Parlando del rapporto adolescenti-musica e facendo riferimento alla realtà a me vicina, i giovani si dividono in due categorie: quella più numerosa di chi la musica l’ascolta solo, e quella composta da coloro che vogliono e hanno la possibilità anche di suonarla.Ragazzi che da anni suonano uno strumento (PIANOFORTE, CHITARRA, BATTERIA…), conoscono almeno sommariamente quasi tutti i tipi di musica e che si riuniscono in piccoli gruppi per lo più per divertirsi con gli amici.
Tra coloro che per un motivo o per l’altro la musica l’ascoltano solamente, gli adolescenti si differenziano per il tipo di approccio che hanno con la musica, a secondo dell’età (PRIMA ADOLESCENZA/SCUOLE MEDIE e SCUOLE SUPERIORI) e soprattutto dal sesso.
I ragazzi cominciano a interessarsi alla musica verso i 13/14 anni, orientandosi verso quella commerciale (RAP e POP) più pubblicizzata, poi entrando in contatto con nuove realtà” (nuova scuola, nuovi compagni..).Iniziano ad ampliare i propri “orizzonti musicali” alle scuole superiori (anche DANCE, ROCK..) prediligendo di volta in volta la musica che fa tendenza.
Le ragazze fin dai 10/11 anni cominciano a mitizzare qualsiasi belloccio che sorride e fa l’occhiolino nei video clip. Anche loro quando cambiano scuola e cominciano a frequentare le discoteche tendono, pur tenendo sempre in camera i poster dei gruppetti d’oltreoceano e d’oltremanica, ad ampliare il proprio bagaglio musicale a favore soprattutto dei gusti del gruppo.
Esiste anche un’altra categoria di persone, etichettata come diversa, cheama e ascolta musica differente da quella preferita dal gruppo, come la musica da camera, la metallica e l’hardcore.
Ma, al di là delle preferenze,uno degli aspetti positivi più importanti della musica è quello di far rimanere attive le persone: le balere per gli ultra sessantenni e le discoteche per i più o meno giovani sono i luoghi dove conoscersi e confrontarsi. Stando attentiperò, perché la musica può diventare un pretesto per insulti e atti di violenza a causa dell’ignoranza di poche persone e a danno di tutte quelle che in questa vedono solo una forma di divertimento e libertà.
Gianluca Battista
Lasciate ogni speranza voi che (ci) entrate! “Requiem for a dream”. Un film che denuncia i rischi degli stupefacenti
La droga non lascia scampo. Questo è il messaggio del film “Requiem for a dream” di Darren Aronofsky, prodotto nel 2000.
Coney Island, estrema periferia di Brooklyn, un posto che non offre molte possibilità di emergere. Sara, anziana vedova, passa le sue giornate davanti al televisore.
Un giorno le viene comunicato che ha la possibilità di partecipare alla sua trasmissione preferita e decide di dimagrire a tutti i costi per fare una bella figura.
Suo figlio, Harry, è un tossicodipendente ai livelli della sua ragazza Marion e del suo amico Tyrone. Il film, suddiviso in 3 stagioni (Estate, Autunno e Inverno), segue rispettivamente l’ascesa, il declino e la disfatta dei personaggi. Sara per dimagrire ricorrerà ad anfetamine che la porteranno alla follia e le verrà effettuato anche l’elettroshock, Harry ridotto uno straccio dall’eroina subirà l’amputazione di un braccio, Tyrone verrà sbattuto in galera e Marion venderà il suo corpo per avere i soldi per le dosi.
È un film dai contenuti forti, che lascia l’amaro in bocca, senza lieto fine, perché è così che vanno le cose nella realtà.
La certezza di poter uscire dalla droga è solo un'illusione che ci viene somministrata giorno per giorno dalla TV, non meno pericolosa e allucinante delle droghe.
Il contenuto educativo di “Requiem for a Dream” è veramente alto e le scene forti aiutano a capire che non è un gioco perché la gente sta male per davvero!
BUONA VISIONE A TUTTI!
di Andrea Scatigna
Il cinema risorsa del Salento

“Quando andrò via da Lecce avrò il mal di Lecce” (Ferzan Ozpetek).
Da qualche anno Lecce è scelta come meta per girare molti film. L’Apulia Film Commission, che si occupa di attrarre investimenti nel settore dell’audiovisivo in Puglia, dal 2007 ha ospitato circa un centinaio di produzioni.

Tra le più celebri “Mine vaganti”. Il film ha ottenuto tredici candidature ai David di Donatello 2010, vincendo due statuette, il Premio speciale della giuria al Tribeca Film Festival, cinque Nastri d’argento e una candidatura al Premio del pubblico europeo degli European film awards. Il regista Ozpetek ha affermato: “I luoghi qui possono esse e bellissimi, ma senza le persone giuste non funzionano e i pugliesi mi hanno conquistato”. Lecce affascina il mondo cinematografico non solo per la folgorante bellezza paesaggistica, ma anche per la disponibilità con la quale la città accoglie queste produzioni.
Altri film sono stati girati nel 2010: “Senza arte né parte” di Giovanni Albanese e “Non ti voltare”
di Marina De Van con Monica Bellucci e Sophie Marceau.Ma a dimostrazione che Lecce non è tutta “sane tradizioni” e turismo, la città diventa anche un luogo per condurre un’indagine critica sul territorio attraverso un’analisi degli aspetti meno nobili legati al contesto salentino. La malavita, ad esempio, è la materia di film importanti come “Galantuomini” di Edoardo Winspeare, regista da sempre impegnato a sensibilizzare i suoi spettat
ori verso queste tematiche. Un’opera provocatoria e avvincente per la trattazione di problemi legati alla Sacra Corona Unita e alla giustizia leccese, presentata in concorso al Festival internazionale del Film di Roma 2008 dove la protagonista Donatella Finocchiaro ha vinto un Marc’Aurelio per la miglior interpretazione femminile.
Una citazione merita certamente il Festival del cinema europeo organizzato presso il Cityplex Santalucia che quest’anno si è svolto presso il Cinema Massimo dal 12 al 17 aprile. Riconosciuto e finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come manifestazione di interesse nazionale, ha il patrocinio, fra gli altri, del Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma e dell’Università del Salento. L’evento è ideato e organizzato dall’Associazione Culturale “Art Promotion”, che nasce nel 1997 con l’obiettivo di potenziare gli orizzonti culturali del territorio, proponendosi quale strumento di valorizzazione delle sue innumerevoli risorse.Matteo Mele
Roberto Panzera
mercoledì 13 aprile 2011
NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO

Poco utile a frenare la violenza e più funzionale a interessi economici
di Romoli & Ingusci
"No alla tessera del tifoso". Lo invocano i tifosi dell'Unione Sportiva Lecce, perché in disaccordo con il decreto legge promosso dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano. La tessera voluta per controllare i movimenti di coloro che partecipano agli stadi, visti gli svariati scontri precedentemente accaduti, nei fatti è un documento elettronico, tipo un bancomat, a cui sono associati diversi servizi. Ogni società calcistica ha le proprie convenzioni con banche, attività commerciali o raccolte punti. Questo strumento presentato come prevenzione alla violenza non è altro che un veicolo di bu$ine$$ La funzione principale del decreto è che sarà obbligatorio possedere una tessera del tifoso per abbonarsi alla propria squadra o per seguirla in trasferta. Il tesserino riporta il nome e la foto del titolare, rendendone agevole l’identificazione, e dovrà essere presentato sia al momento dell’acquisto del biglietto, che all’entrata allo stadio. Questa è stata adottata anche nelle serie minori.
I tifosi del Lecce, per protesta, hanno deciso di non incitare la squadra durante le partite a eccezione della prima frazione del secondo tempo. Durante la quale si lanciano quattro cori di cui due contro la tessera e gli altri per sostenere i colori giallorossi.
I vantaggi di questa tessera sono:
• Nessuna restrizione alla vendita dei biglietti negli stadi;
• Varchi dedicati per l’acquisto dei biglietti e per l’accesso agli stadi;
• Possibili facilitazioni e/o benefici forniti dalle società sportive stesse;
I tifosi si schierano contro la tessera.
“Intervista a un Ultras”
In molti usano il termine ultras senza sapere veramente di chi si sta parlando. Chi è davvero un ultrà?
L’ultrà è il tifoso vero. Quello che soffre ed è vicino sempre e comunque alla sua squadra. La sostiene allo stadio, in casa e in trasferta, a volte sacrificando molto della sua vita privata. Senso di appartenenza e fedeltà alla maglia: questi sono i valori fondamentali di un ultrà.
Spesso gli ultras vengono considerati veri e propri disagiati sociali. I fatti invece sembrano dimostrare il contrario: in curva si trovano persone di diversa estrazione sociale…
Assolutamente sì, vengono omologati come disagiati sociali e come delinquenti, ma in realtà vi sono persone di ogni rango sociale che vanno allo stadio per tifare spudoratamente la loro squadra.
Ma ultrà è sinonimo di violenza?
Assolutamente no, chi lo pensa non ha capito nulla, ultras significa aggregazione, passione, gruppo nel quale si porta avanti un ideale in cui si crede e che talvolta può sfociare in uno scontro tra tifoserie.
Perché spesso ci sono incidenti con le forze dell’ordine? Anni fa ci si scontrava tra tifoserie, ora pare che il nemico sia solo chi indossa la divisa…
Perché esiste una situazione di tensione generata dalle forze dell'ordine stesse. La polizia è prevenuta contro l'ultrà e lo Stato crea una situazione di repressione: l'ultrà va condannato a prescindere e la polizia è il tramite per porre in essere la condanna. Per preservare la passione comune che va oltre le tifoserie ci si coalizza contro le forze dell'ordine. Per difendere l’esistenza dei gruppi.
È possibile che alcuni gruppi ricattino le società per ottenere agevolazioni?
È possibile, ma non ne sono a conoscenza. L’ultras nasce dalla passione e dall’amore della propria maglia e non dallo scopo economico. D'altronde le mele marce esistono ovunque, non è questo il rapporto tra ultras e società. Chi lo fa tradisce i proprio colori. Gli uomini vanno, i colori restano.
Che idea ti sei fatto sulla tessera del tifoso?
La tessera è presentata come soluzione al fenomeno violenza degli stadi ma in realtà è una schedatura preventiva ed inutile perché non differente dal semplice biglietto nominale, inoltre è un vero e proprio bancomat al quale sono associati diversi servizi. Ogni società calcistica ha le proprie convenzioni con banche, attività commerciali o raccolte punti. Quindi questa è la prova che questa tessera non nasce per il vero motivo con cui è presentata ma bensì per arricchire banche e stato; inoltre questa tessera prevede che un ragazzo sottoposto a daspo o a reati da stadio, dopo aver scontato regolarmente la sua pena non può andare allo stadio per i successivi cinque anni.
La casa più costosa del mondo è a Londra

159 MILIONI DI EURO
Mai sognato di vivere in un super appartamento dotato di tutti i migliori servizi possibili e immaginabili al comodo prezzo di 159 milioni di euro?
Ora si può. Londra, "One Hyde Park" all'angolo con Knightsbridge, la strada di Harrods. Zona di prestigio e di shopping compulsivo e, se per caso vi trovaste lì, un giro per la città, vale la pena dare un'occhiata alla casa più cara del mondo inaugurata con vip e champagne.
Un vasto mercato immobiliare incontrollabile. Sembra che ci sia l'austerità a frenare i vizi. Poi ci accorgiamo che qualcosa gira alla rovescia, che va per il verso opposto. Definire "lussuosi" questi 30,48 m quadrati di appartamento è poco. E se per un semplice monolocale bisogna firmare un assegno di 6 milioni e 500 mila euro, per un fantastico attico si arriva a toccare le ragionevoli cifre di 135 milioni di sterline ovvero 159 milioni di euro. "One Hyde Park", l'ultimo eccesso londinese, un condominio di 84 appartamenti modernissimi ma non troppo speciale a vedersi dall'esterno. L' archistar Richard Rogers, l'ideatore, ha progettato l'edificio con discrezione e semplicità per non dare troppo nell'occhio. Di questi appartamenti ne hanno potuto beneficiare lo sceicco Hamed al-Thani, primo ministro del Qatar, alcuni russi, un paio di americani, canadesi, diversi mediorientali e cinesi per i quali investire i propri capitali in costosi attici non è certo un problema. I condomini vantano servizi come palestra privata, cinema e ristoranti ultrastellari con uno degli chef più alla moda solo per loro.
I due giovani fratelli Candy se la godono, sono loro che ha
nno vinto la scommessa, si sono aggiudicati il diritto di edificare. Cominciarono nel 1995 chiedendo un prestito di 6 mila sterline per comprare una casetta presso Earls Court. Passo dopo passo sono diventati gli imprenditori immobiliari più potenti di Londra, hanno gli affari nel sangue: dopo One Hyde Park i Candy fantasticano su Chelsea Banacks, ex quartiere generale dell'esercito acquistato per 900 milioni di sterline.Soddisfare tutti i propri bisogni adesso si può basta sborsare un assegno da 159 milioni di euro e il gioco è fatto.
CHIARA ANDRIANI e DEBORAH CANNOLETTA
Annullamento presso la Sacra Rota...

...il modo più veloce ed economico per liberarsi di un matrimonio
Roma. Il signor Giampaolo,sposato da vent’anni con la signora Maria Lorenza,decide di chiedere l’annullamento del suo matrimonio alla Sacra Rota.
Spiega che il motivo di tale decisione è la scelta della moglie di non avere figli.
La Suprema Corte ha negato al coniuge l’annullamento,accogliendo il ricorso della moglie,e sancendo che il matrimonio non può essere annullato se si è protratto per lungo tempo.
In questo caso,infatti,la loro unione è stata vissuta per vent’anni e se Giampaolo ha continuato a stare con Maria Lorenza per lungo tempo si presume che egli abbia finito con l’accettare la scelta della moglie.
Secondo la Suprema Corte se il rapporto matrimoniale si è protratto a lungo,annullarlo e stravolgere tutto va contro i principi di ordine pubblico.
Giampaolo stesso però ha sostenuto che le nozze erano viziate perché egli non era a conoscenza che la moglie non desiderasse diventare madre e quindi veniva meno uno dei "Bona Matrimoni" indispensabili per la validità di un matrimonio.
Per Giampaolo ora si apre la strada della separazione civile.
In molti casi si preferisce la nullità,non solo perché più sbrigativa della separazione,ma anche perché a tre anni dall’annullamento il coniuge forte è libero di non pagare più il mantenimento al coniuge debole,un grande vantaggio per molti.
Il caso di questi due coniugi si spera riesca a bloccare le scappatoie incontrollate di nullità. Negli ultimi anni,dal 2005 ad oggi,infatti le richieste di nullità sono triplicate,soprattutto perché questa fornisce molti vantaggi ai coniugi che la richiedono.
Questo è l’esempio di come la società di oggi cerca scorciatoie senza assumersi le proprie responsabilità in ogni campo,anche nella vita privata.
Giulia Mariano
I giovani e la moda
di Marta Buccarella, Anna Chiara Cappello e Cecilia Passabì
L’improvvisazione e lo stile “casual” fanno la moda dei giovani d’oggi. Il modo di vestirsi rifiuta le regole e i condizionamenti. Colorati ed eccentrici sono i teenager del nuovo millennio. I giovani seguono i brand di tendenza, anche se non rinunciano a capi meno ricercati o privi di firme note, mettendosi alla ricerca di vestiti originali e perché no, di indubbio gusto vintage.
I ragazzi indossano jeans o pantaloni attillati, in tessuto, semplici, con colori chiari. Non usano cravatte, ma camicie sbottonate leggermente. Le ragazze, invece, riafferrano il bon ton per esprimere attraverso mini abiti fascianti, a campana, a righe, la loro femminilità; l’unica regola è osare con moderazione, per non essere derisi o guardati con sdegno. Importante per loro è attirare l'attenzione a tutti i costi; perché “mostrare”, ostentare qualcosa che sia originale, ricercato, talvolta strano, sembra essere lo scopo della propria vita.
Dal modo di vestire spesso traspare lo stile della personalità giovanile, uno stile spesso volto non all'essere ma all'apparire. Ma proprio grazie a questo i giovani si esprimono e la moda oggi diventa quindi un mezzo innovativo per comunicare.
La Notte della Taranta

Dal primo morso del ragno all'evento musicale
di Laura Suriano
Il ragno della Taranta “pizzica” il Salento. Dal 1998 si recupera la tradizione del tipico ballo salentino che diventa un evento musicale estivo. La Notte della Taranta è organizzata ogni anno in agosto a Melpignano, in provincia di Lecce. È la fusione di diversi generi musicali come world music, rock, jazz e musica sinfonica.
In particolare la "pizzica" è la musica che scandiva l'antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il pericoloso ragno velenoso. La tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito una donna, si suonassero incessantemente i tamburelli a ritmo vorticoso finché non veniva sciolta dall'incantesimo. Al suono dei tamburelli la donna si lanciava in un ballo ossessivo e ripetitivo, che contribuiva ad esaurire il veleno. Altre varianti della pizzica sono il ballo del corteggiamento tra uomo e donna e la "danza dei coltelli" anche detta "pizzica a scherma".
La pizzica pizzica, così denominata nella sua forma più tradizionale, è una danza popolare attribuita oggi particolarmente al Salento, ma che in realtà era praticata sino agli anni '70 del XX sec. in tutta la Puglia centro-meridionale e in Basilicata. Fa parte della grande famiglia delle tarantelle quel variegato gruppo di danze diffuse dall'Età moderna nell'Italia meridionale. Nella stessa area della pizzica pizzica si è continuata a praticare anche la tarantella, tant'è che oggi è difficile anche da parte degli anziani percepire la differenza tra le due danze, sia sotto l'aspetto musicale che coreutico.
Il ritmo della pizzica è stato eseguito da molti strumenti musicali: dalla zampogna sino ai primi decenni del XIX secolo, da vari aerofani agro-pastorali, da violino e mandolino: la fondamentale scansione ritmica del ballo era determinata dal tamburello, dal cupa cupa (tamburo a frizione), dal triangolo, dalle castagnole e da altri strumenti musicali rurali. Dagli ultimi decenni dell'Ottocento in poi si sono poderosamente introdotti negli organici strumentali della pizzica l'organetto prima e la fisarmonica dopo.
Caratteristico della pizzica pizzica è il "fazzoletto", accessorio immancabile nell'abbigliamento di un tempo, che veniva usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto. Oggi è molto abusata la credenza che vuole il fazzoletto come "simbolo d'amore", o di vero e proprio "abbandono" nelle mani della donna, che lo concederebbe durante il ballo solamente al giovanotto che sia stato in grado di rapirle il cuore.
L’evento, che si ripete ogni anno, ha consentito di recuperare la tradizione locale e farla conoscere non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo.